Di cosa stiamo parlando ?

Diciamo "Crisi della Ragione" perché, ad esempio, continuiamo a estrarre enormi quantità di carbone, di petrolio e di gas dalle viscere del pianeta per poi bruciarli, disperdendo nell'atmosfera circa 30 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all'anno (fonte: US Energy Information Administration) che ne modificano composizione e indice di rifrazione, contribuendo così al riscaldamento globale e quindi allo scioglimento di ghiacciai e calotte polari, all'innalzamento del livello degli oceani, all'aumento dell'energia e quindi delle turbolenze, ai cambiamenti climatici che creeranno sempre più problemi, in particolare alle industrie agricola e ittica, le cui produzioni sono destinate a ridursi e i prezzi a crescere ulteriormente.

Diciamo "Crisi della Ragione" perchè continuiamo a finanziare con montagne di soldi pubblici le speculazioni e i dividendi delle istituzioni bancarie (1.200 mld di euro solo nel 2012 dalla BCE alle banche europee) e nello stesso tempo a tagliare i finanziamenti pubblici alla educazione, alla sanità, all'amministrazione e alla manutenzione dello Stato e al welfare; in altre parole, è in corso l'ennesima ridistribuzione al contrario: invece di togliere al ricco per dare al povero si toglie al povero per dare al ricco, e questo non è solo incivile e crudele ma è anche stupido, perchè una economia così sbilanciata non può funzionare, come dimostrato da vari studi, e infatti non funziona, come dimostrato dalla realtà dei fatti.

Diciamo "Crisi della Ragione" perché al mondo ci sono circa 5.000 testate atomiche "operative", ovvero sempre pronte a partire con un missile o ad essere sganciate da un aereo, mentre altre 15.000 testate sono stoccate negli arsenali, di scorta, nell'improbabile caso che le prime 5.000 non dovessero bastare a fare a pezzi il pianeta o almeno a renderlo completamente disabitato.

Diciamo "Crisi della Ragione" perché stiamo pasticciando col DNA di piante, animali e persone e andremo avanti a farlo finché non combineremo qualche guaio irreparabile e molto spiacevole. In effetti, le piante modificate geneticamente, in particolare mais e cotone, ma anche riso e vari cereali, stanno già creando dei problemi sia agli agricoltori (per il costo dei semi) che all'ambiente (per l'insorgenza di resistenze, con conseguente maggior uso di pesticidi e maggiore inquinamento, non minore). Inoltre, non è affatto provato che l'uso di piante geneticamente modificate per l'alimentazione umana sia sicuro, e l'ormai prossima introduzione di medicine e tecniche volte a modificare il genoma umano potrebbe dar luogo a conseguenze impreviste e potenzialmente disastrose.

Diciamo "Crisi della Ragione" perché stiamo progredendo a grandi passi verso la creazione di ibridi di organismi umani e macchine, i cyborg, e di automi intelligenti, e tutto ciò non fa che sminuire il valore e il senso dell'umanità: non sarebbe più ragionevole accettare i nostri limiti e specificità, sviluppare le nostre potenzialità intrinseche, piuttosto che dotarci di cuori e braccia meccanici o di fare copie meccaniche, se pur "migliorative"? Inoltre, la pratica dei pezzi di ricambio per umani alla lunga tende a far diventare anche noi come macchine o almeno a considerarci come tali. Tutto ciò è peraltro il frutto velenoso di una spinta al profitto: tenersi l'originale com'è forse sarebbe più saggio ma è sicuramente meno redditizio, meglio dunque creare e vendere protesi potenzianti e copie potenziate, commettendo l'ennesimo peccato di superbia: la pretesa di saper migliorare il mondo naturale, di essere più intelligenti della Evoluzione, di poterla piegare ai nostri ghiribizzi, di essere quasi-dei o di poterlo diventare.

Diciamo "Crisi della Ragione" perché perseguiamo con accanimento i trafficanti (grandi e piccoli) e perfino i consumatori di sostanze stupefacenti spendendo un sacco di quattrini, rendendo ricche le mafie (circa 3/4 dei loro introiti viene tuttora dallo spaccio delle varie droghe - fonte ufficiale), non riducendo affatto l'uso di sostanze, impoverendo ulteriormente i piccoli coltivatori colombiani o afgani, non garantendo la qualità del "prodotto" che a volte è letale .. e tutto questo perché? perché sarebbe immorale far gestire dalle istituzioni internazionali il controllo della produzione e della vendita di droghe? Immorale? perché, tutto questo invece è morale? soprattutto, finanziare e arricchire le mafie è morale?

Diciamo "Crisi della Ragione" perché continuiamo a riproporci politiche demografiche e industriali espansive anche se non abbiamo ancora risolto il problema del sostentamento degli attuali 7mld di persone e se d'altro canto i mercati risultano già saturati da una eccessiva produzione di merci, mentre la recessione colpisce ormai anche le nazioni che finora sono cresciute maggiormente.

Diciamo "Crisi della Ragione" per molte altre ragioni, particolari e generali, importanti e secondarie, perché qui va tutto a rotoli, le prospettive al momento non sono affatto rosee e invece di correggere gli errori, le lacune, i difetti che stanno alle radici del terribile pasticcio in cui viviamo stiamo rinforzando proprio i capisaldi di una lettura e di una gestione del mondo che si sono già ampiamente rivelate disastrose. E ci riferiamo ad esempio alla nostra scala di valori universali, che mette l'individuo al primo posto, la società al secondo e il mondo naturale all'ultimo; una gerarchia assurda, che genera altre assurdità come l'esaltazione della economia neoliberista, la celebrazione della globalizzazione, la fede nella crescita senza limiti, la glorificazione dell'aumento della produttività, della riduzione della spesa pubblica e dello sfruttamento del mondo naturale, tutti principi pompatissimi dal "pensiero unico" imperante, che però non funzionano affatto e sui quali è stupido, irragionevole appunto, ostinarsi ancora, pretendere che possano fare miracoli: hanno fatto e continueranno a fare solo danni, e sempre più gravi. Il Presidente nordamericano F.D. Roosvelt ha già dimostrato come si esce dal ristagno economico: con gli investimenti, non con i risparmi e anche l'economista John Maynard Keynes all'inizio del secolo scorso ha spiegato che ogni sterlina risparmiata equivale a un posto di lavoro in meno e che il laissez faire, cioè il liberismo, la riduzione delle regole, l'abolizione di "lacci e lacciuoli" portano al caos, non alla prosperità.

E "crisi della ragione occidentale" perchè nel resto del mondo succedono altre cose o, almeno, anche altre cose, diverse da quelle che succedono qui da noi: Samuel Huntington, noto politologo statunitense, in un famoso articolo del 1993 poi diventato un bestseller (Lo scontro delle civiltà e la nuova costruzione dell'ordine mondiale), rilevava il calo dell'influenza dell'Occidente e sosteneva l'inevitabilità di un conflitto con il mondo islamico; noi invece sosteniamo che è la nostra civiltà che ha bisogno dei conflitti per uscire dalle sue ricorrenti crisi. Certo, l'islamismo è un bel problema per noi, ma anche il cristianesimo è stato ed è tuttora un bel problema per il resto del mondo, dunque? Il problema non è costituito solo dall'islamismo, ma da tutte le dottrine che impongono una mentalità e dei comportamenti fideistici a miliardi di persone; qui ci concentreremo dunque sugli aspetti critici della nostra civiltà.

Un'ultima breve nota: all'inizio del secolo scorso Oswald Spengler ha pubblicato il primo volume di un'opera di notevole successo intitolata Declino dell'Occidente, nella quale sosteneva che tutte le civiltà sono destinate all'estinzione dopo una fase di ascesa, una di apoteosi e una di declino, ipotesi peraltro confermata dalla Storia, visto che le cose sono sempre andate proprio così; ma noi pensiamo che, forse, il pur evidente declino dell'Occidente oggi non sia inevitabile né inarrestabile, che cioè esista ancora una possibilità di dare nuovo impulso e nuove prospettive a questa nostra stanca civilizzazione, che al momento di civile ha ormai ben poco.

Situazione

Dunque, lo scopo principale di questa disanima è di fare un rapido punto sulla attuale situazione del "nostro mondo", quello occidentale, individuare le probabili cause di tale condizione, prima quelle pratiche e poi quelle culturali (altrimenti dette "teoriche"), e infine arrivare a delineare i punti di un possibile progetto di massima per un intervento di miglioramento della situazione corrente, la quale, a grandi linee, ai nostri occhi si presenta così:

= abbiamo già decine di milioni di disoccupati, ma la disoccupazione continuerà a crescere finché non affronteremo e risolveremo alcuni nodi fondamentali sinora disattesi quali:
- il fatto che la robotizzazione dei processi produttivi e la computerizzazione delle attività impiegatizie hanno ridotto drasticamente il bisogno di manodopera umana;
- il fatto che la globalizzazione ci mette in concorrenza diretta con nazioni come la Cina, l'India, il Pakistan etc. che hanno costi di produzione molto più bassi dei nostri (e noi, invece di spingerli ad alzare i loro continuiamo ad abbassare i nostri, o a delocalizzare in quelle nazioni);
- le immigrazioni dai paesi del terzo e quarto mondo, emigrazioni che noi stessi provochiamo sostenendo regimi repressivi spesso feroci che però ci concedono di sfruttare le risorse delle loro nazioni, abitanti compresi, che quindi scappano e vengono qui, inflazionando i nostri mercati del lavoro e facendo così un grosso favore agli imprenditori locali (leghisti compresi) ma anche un grosso danno ai lavoratori autoctoni, che si ritrovano improvvisamente a percorrere a ritroso la scala sociale, senza altra alternativa emotiva se non prendersela con i loro concorrenti diretti, gli immigrati, che in fondo stanno solo cercando di sopravvivere o di migliorare le proprie condizioni di vita;
- il circolo vizioso che si è instaurato: meno lavoro, minor salario e minore potere d'acquisto causano una riduzione dei consumi, quindi meno vendite, quindi minore produzione, quindi meno lavoro...

= lo sfruttamento operato dagli imprenditori occidentali sugli operai e gli impiegati che hanno la "fortuna" di avere un lavoro, è già disumano ma va ancora peggiorando, perchè i costi devono scendere affinché i profitti rimangano stabili e anzi crescano. Naturalmente, questo sfruttamento eccessivo delle risorse umane è deleterio sia a livello di benessere individuale che sociale, nonché per l'economia, perché alla fine si risolve in uno spreco delle risorse umane di livello superiore: passione, intelligenza, senso di appartenenza...

= le migrazioni di massa proseguono e si intensificano, con processi di abbandono delle campagne e di inurbamento abnorme in alcune aree, e tutte le conseguenze che tali gravi squilibri possono portare, tra le quali non ultime la disgregazione sociale, fenomeni di 'invasione' culturale, di resistenza ad essa e di confusione valoriale, soprattutto nei giovani;

= progredisce la disumanizzazione dei nostri comportamenti, dei nostri sentimenti, delle nostre vite, sempre più simili a quelle raccontate da Aldous Huxley ne Il Mondo Nuovo; tra l'altro, diventiamo sempre meno sensibili rispetto alle condizioni di vita subumane patite da circa due dei sette miliardi di esseri umani al mondo, condizioni che sterminano varie decine di milioni di persone ogni anno e che sono dovute sia alla sovrappopolazione che alla pessima distribuzione delle risorse; diventiamo anche sempre meno sensibili alla sorte degli animali, nostri cugini e compagni di vita, che continuiamo a massacrare e a maltrattare;

= permettiamo e a volte finanziamo la ricerca e la messa in pratica di tecnologie avanzatissime e potenzialmente molto pericolose in vari ambiti, ad es. quello già accennato della ingegneria genetica, ma anche in virologia (riproduzione H5N1), nelle nanotecnologie (sviluppo naniti), nella fisica delle alte energie (esperimenti LHC); etc.

= dilaga la corruzione sia in ambito privato che pubblico-istituzionale, una peste -frutto avvelenato dell'individualismo- che ammorba le nostre società e le nostre coscienze e favorisce la concentrazione in poche mani delle risorse planetarie;

= cresce il potere delle mafie, dovuto soprattutto agli introiti della vendita di droghe che ci ostiniamo a proibire invece di gestirle ragionevolmente, ovvero istituzionalmente, e grazie anche a diffusi fenomeni di complicità da parte delle istituzioni, sia laiche che religiose;

= si estremizzano gli eventi climatici, e ciò è dovuto soprattutto all'aumento della energia termica causato dall'Uomo nel sistema pianeta-atmosfera, un riscaldamento che provocherà danni e disastri sempre più catastrofici;

= si aggrava l'inquinamento di aria, acqua e terra, dovuto alla eccessiva antropizzazione e alla mancanza di tutela, causa di crescenti problemi di salute in tutto il mondo biologico;

= si aggravano pure altri vari fenomeni di degrado ambientale: rapida desertificazione e cementificazione del territorio, forte riduzione della biodiversità, ovvero del numero delle specie viventi;

= più in generale, oltre alle persone sfruttiamo eccessivamente anche il mondo naturale, biologico e non, lo trattiamo come se vivessimo su un altro pianeta e la Terra fosse un mondo di scorta, del quale non ci importa nulla, tipo usa-e-getta;

= si stanno creando le condizioni (riduzione delle risorse, crescita dell'Islam) per conflitti importanti; nel caso, il vero problema è: con quali armamenti verranno combattuti? Siccome i trattati in corso stabiliscono dei limiti per il numero delle bombe atomiche che si possono detenere ma non per la loro potenza (che dunque molto spesso non viene dichiarata), possiamo solo stimare quale sia al momento il potenziale distruttivo totale a disposizione della umanità e questo è plausibilmente compreso tra 1 e 2 milioni di volte la potenza della bomba atomica lanciata su Hiroshima, ma potrebbe anche essere superiore, e in ogni caso..

Prima di proseguire, desidero fare una premessa: nei ragionamenti che seguono sono presenti elementi che potrebbero essere considerati fortemente anticlericali. Se qualcuno pensa di poter essere disturbato da contenuti di questo tipo è avvertito, e se prosegue la lettura (o l'ascolto) lo fa dunque sotto la propria responsabilità. Nel corso delle discussioni che potranno seguire non sarà dato alcuno spazio a lamentele su questo aspetto dei ragionamenti che seguono. Considerazioni in merito alla religione in quanto fenomeno socio-culturale saranno naturalmente ben accette, rimostranze per sensibilità offese no.

Dunque, abbiamo rivisto alcuni aspetti significativi della nostra attuale condizione: disoccupazione, sfruttamento, migrazioni, disumanizzazione, corruzione, criminalità, rischi ambientali, tecnologici e di conflitti estesi; non siamo affatto messi bene e se andiamo avanti così saremo messi sempre peggio, ma a cosa è dovuto tutto ciò?

Forse a una innata malvagità umana? No, non credo, e dico "non credo" perché l'idea della malvagità umana è proprio un Credo, un Articolo di Fede, si tratta di una affermazione indimostrabile, quindi possiamo tranquillamente considerarla infondata: l'Uomo non è malvagio, spesso è o si comporta da stupido, certo, ma la cattiveria -il Male ontologico- non esiste; esistono però persone che per una ragione o per l'altra sono disturbate, che andrebbero aiutate e alle quali in un modo o nell'altro andrebbe impedito di fare danni.

Allora, forse questa brutta situazione è dovuta a una nostra incapacità di gestire un sistema così complesso? Non penso nemmeno che il nostro problema sia questo: mi pare che di capacità e di potere ne abbiamo d'avanzo, solo che li usiamo male. E perché li usiamo male? Una delle risposte possibili è: perché finora non abbiamo saputo sviluppare un progetto positivo per l'umanità nel quale impiegare al meglio le nostre capacità e la nostra potenza, e senza una meta positiva, senza una progettualità appassionante, senza una ragione per sbattersi al di là della mera sopravvivenza, si finisce per fare cose a caso, senza senso e quindi spesso stupide, pericolose e perfino autolesioniste.

Questo è un altro aspetto che fa pensare a una crisi della Ragione Occidentale: la nostra civiltà manca di una progettualità evolutiva, razionalmente individuata e perseguita, che dia un senso e un indirizzo reali, positivi e costruttivi alla nostra vita individuale e alle nostre società, senza i quali la nostra civiltà non può più progredire ma solo regredire, e quindi l'evoluzione troverà inevitabilmente altri sbocchi. La nostra irragionevolezza è peraltro tale che, invece di lavorare alla nostra evoluzione, le nostre menti migliori si applicano alla nostra sostituzione, creando robot intelligenti, cyborg, cloni e quant'altro il genio folle dei genetisti e degli altri scienziati sta già creando e saprà creare in futuro.

Attenzione, si tratta di un punto importante: senza un progetto evolutivo, di crescita reale, l'Umanità rimane preda del caso e il caso alla lunga porta al caos, all'entropia, il disordine tende ad aumentare; se non c'è progresso c'è regresso. D'altronde, non è affatto facile mettere d'accordo i popoli di più nazioni su un unico progetto, specie quando sia i poteri civili che quelli religiosi tendono a mantenere e possibilmente ad accrescere le divisioni invece di cercare di ricomporle: divide et impera in effetti ha sempre funzionato piuttosto bene. Inoltre, il miraggio di una "vita eterna" dopo la morte, che ha illuso e ancora illude miliardi di persone, rende del tutto superflua ogni progettualità terrena di grande respiro.

Dunque, stiamo lasciando fare al Caso invece di gestire noi il nostro mondo con la Ragione. Ed è per caso, ad esempio, che il Potere è finito nelle mani di pochi -coloro che casualmente erano i più furbi, intelligenti o fortunati- a partire da quando, circa 12mila anni fa, con la diffusione dell'allevamento e della agricoltura, l'umanità ha cominciato a diventare veramente potente, a essere un po' meno in balìa degli eventi naturali e ad avere quindi un certo controllo del proprio destino, ma non ha avuto abbastanza buon senso da presentire il pericolo che si stava profilando: le concentrazioni di Potere.

Ora, le concentrazioni di potere offrono dei vantaggi -ad esempio la possibilità di prendere decisioni anche molto rapide- ma presentano pure diversi aspetti decisamente problematici: se il Potere è condiviso, teoricamente diminuiscono le probabilità di commettere grandi errori o grandi ingiustizie, infatti, quando un individuo dispone di un potere molto superiore a quello "naturalmente" a disposizione di un qualunque essere umano (che di base corrisponde alla somma della sua forza muscolare e di quella intellettuale), avviene un fenomeno psicologico che potremmo chiamare "sindrome da Potere", ovvero una perdita di controllo, di ragionevolezza: il troppo potere spesso dà alla testa, fa sentire onnipotenti, superumani, si finisce per fare stupidaggini, per perdere la misura delle cose, per agire in modo sconsiderato e potenzialmente anche molto dannoso per gli altri e per sé stessi.

In generale, dunque, è meglio che il Potere sia condiviso -in un modo o nell'altro- tra molte persone proprio per evitare questa sindrome e perché -sempre in generale- più intelligenze tendono a compensare gli errori di una singola; in altre parole, si innesca un meccanismo virtuoso di elisione degli eccessi e degli errori del singolo, e questo porta a una sorta di "intelligenza media" che spesso funziona meglio -fa meno errori gravi- di quella del singolo.

Nel corso della storia si sono sviluppate innumerevoli forme associative private e queste detengono una certa quantità di Potere, alternativo e spesso in conflitto con quello statale, pubblico: abbiamo consorterie, conventicole, lobby, sindacati, associazioni, congregazioni, movimenti, circoli, società, leghe, consorzi, corporazioni, ordini, partiti, federazioni, confraternite, sette, logge, etcetcetc, alcune delle quali non poco influenti, e ognuna di esse esercita il proprio Potere secondo logiche specifiche, a volte anche umanitarie ma sempre particolari, ovvero all'opposto di quelle generali.

Salendo ancora la scala dei sistemi di Potere privati, troviamo altre organizzazioni, molto estese e potenti, che pur con metodi diversi perseguono i loro obiettivi di parte e riescono a imporre le loro agende alla società civile: le Chiese, intese come enti gestiti da ecclesiastici gerarchicamente organizzati, e le Mafie, intese come alleanze di criminali efferati.

Infine, in cima a questa scala, troviamo le corporations, le grandi imprese multinazionali. Il potere che queste mega-aziende gestiscono è enorme ed é soprattutto di tipo economico, ma è anche potere scientifico, organizzativo, strumentale, è anche controllo politico, sociale, culturale, mediatico, gestione di risorse umane e ambientali. In poche parole, sono queste organizzazioni, questi organismi, che in buona misura tengono nelle loro mani i destini dell'umanità e del mondo. Ma chi li controlla veramente, chi li pilota, li indirizza questi organismi, sono i CdA e gli azionisti? In parte sì, ma non solo: l'Organizzazione è per sé stessa un organismo, o meglio un meta-organismo, costituito dalle centinaia di migliaia di persone che vi collaborano, che gli prestano la propria intelligenza e le proprie capacità relazionali, comunicative, organizzative, è un organismo che dispone di mezzi economici enormi, grazie ai quali può utilizzare qualunque tipo di infrastruttura e operare qualunque tipo di intervento. Salvo che una multinazionale non ha né mani né testa e non gli importano le condizioni di vita delle persone e ancor meno quelle di animali e ambiente: una multinazionale è un tipo particolare di organismo ma come tutti gli organismi anch'essa "si preoccupa" solo o soprattutto della propria sopravvivenza, di espandersi, di aumentare il proprio potere e il proprio controllo sul mondo, e lo fa pur non avendo una coscienza, sfruttando a proprio vantaggio tutte le risorse che riesce a conquistare, esattamente come potrebbe fare un virus o una colonia di parassiti opportunisti. La selezione naturale è l'unica "intelligenza" necessaria perchè ciò avvenga, basta questo meccanismo spontaneo, primigenio, per creare -naturalmente con la spinta iniziale e (per ora) il costante supporto umano- questi mostri senza testa ai quali improvvidamente, irragionevolmente abbiamo affidato il nostro presente e il nostro futuro.

Un tipo particolare di corporations sono i trust finanziari: anche in questo caso, così come avviene nell'ambito della produzione o della ricerca tecnologica, poche entità transnazionali controllano gran parte del mercato, che qui è costituito dal capitale liquido (in gran parte virtuale) mondiale, ne determinano i flussi e gli andamenti e impongono i propri voleri anche alle autorità istituzionali che avrebbero lo specifico compito di vigilare sulla compatibilità dei loro comportamenti non solo con le leggi vigenti ma anche, e soprattutto, con l'interesse pubblico. Questa sottomissione allo strapotere delle corporazioni è molto dannosa per la popolazione e inoltre mette in dubbio l'essenza stessa della democrazia: l'Equità.

Di questa minaccia era ben conscio molti anni fa un personaggio che scrisse alcune pagine importanti della storia degli Stati Uniti: Thomas Jefferson, poi 3° Presidente di quella nazione, che nel 1791, oltre due secoli fa, in uno dei suoi discorsi quand'era ancora Segretario di Stato del Presidente Washington, mise in guardia dai danni che sarebbero seguiti se si fosse messo il controllo della moneta nelle mani del settore bancario privato:
"I believe that banking institutions are more dangerous to our liberties than standing armies. (Credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di eserciti schierati) Already they have raised up a money aristocracy that has set the government at defiance. (Esse hanno già creato una aristocrazia del denaro che ha sfidato il nostro Governo) The issuing power should be taken from the banks and restored to the people to whom it properly belongs. (Il potere di emissione del denaro dovrebbe essere tolto alle banche e restituito al popolo al quale in effetti appartiene) If the American people ever allow private banks to control the issue of currency, first by inflation, then by deflation, the banks and corporations that will grow up around them will deprive the people of all property until their children will wake up homeless on the continent their fathers conquered. (Se il popolo americano lascerà alle banche private il controllo della emissione di valuta, con l'inflazione e poi la deflazione le banche e le corporation che cresceranno loro intorno toglieranno al popolo ogni proprietà, finché i suoi figli si ritroveranno senza una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato) I hope we shall crush in its birth the aristocracy of the moneyed corporations which already dare to challenge our Government to a trial of strength and bid defiance to the laws of our country".  (Spero che sapremo distruggere al suo nascere l'aristocrazia delle corporation finanziarie che già osano ingaggiare una prova di forza con il nostro Governo e si ribellano alle leggi della nostra nazione)

Purtroppo, o si trattava solo di un discorso elettorale, o non fu ascoltato o, più probabilmente, le "moneyed corporations" avevano già preso il controllo della situazione politica, oltre che di quella economica, della giovanissima nazione statunitense.

Da allora, il potere delle moneyed corporations non ha fatto altro che crescere di pari passo alla crescita del Capitale, prima incrementato grazie al colonialismo, alle guerre e all'industrialismo e ora, nell'era "postindustriale", grazie al capitalismo tecno-scientifico, ai brevetti sul biologico e, soprattutto, alla grande speculazione finanziaria che, tramite i "paradisi fiscali" opportunamente preservati, riesce a evitare l'esborso degli oneri fiscali sulle plusvalenze e grazie alle legislazioni di favore non subisce sufficienti controlli e limitazioni (d'altronde, per dire, la Banca d'Italia, che dovrebbe controllare l'operato delle banche private, è essa stessa una società di diritto privato, posseduta... dalle banche private, ad es da Intesa s.Paolo per oltre il 27%), e così ha potuto crescere tanto da essere ormai in grado di mettere in crisi le economie di intere nazioni se non di interi continenti. Ancora una volta, tutto ciò non è ragionevole o, quantomeno, non lo è abbastanza o nel modo giusto, non vi pare?

Per farsi un'idea di quanto Potere -in questo caso soprattutto economico- abbiano alcuni individui basti pensare che un recente (2011) studio di alcuni economisti e matematici svizzeri ha rilevato che l'80% del valore delle prime 43.000 multinazionali mondiali è controllato da appena 787 corporations e che un nucleo di 147 "intermediari finanziari" -banche, assicurazioni, fondi di investimento, etc- controlla il 75% di queste ultime, ovvero il 60% delle precedenti 43.000.

Oppure, consideriamo che qualche anno fa (dic.2010) il New York Times riportava che il capo della Commodity Futures Trading Commission -al quale Barack Obama aveva affidato il compito di fare pulizia nel mercato altamente speculativo dei derivati -strumenti finanziari che avevano contribuito in modo determinante alla crisi del 2008- Gary Gensler, stava indagando sulle attività di una cupola di nove (9) grandi banchieri (a capo di 5 istituti americani, 2 svizzeri, uno tedesco e uno inglese, la Barclays, poi -2012- accusata di aver manipolato a proprio vantaggio il Libor, che è il tasso di "sconto" di base del denaro nei rapporti interbancari) che si riunisce una volta al mese a New York e che, secondo Gensler: «protegge gli interessi delle grandi banche che ne fanno parte, perpetua il loro dominio, contrasta ogni sforzo per rendere trasparenti i prezzi e le commissioni». Ma lo stesso Gensler, riportava poi La Repubblica, "ammette la propria impotenza", proprio come previsto oltre due secoli fa da Thomas Jefferson: lo Stato repubblicano non è più sovrano (se mai lo è stato veramente) ma è sottoposto allo strapotere di una decina di operatori finanziari e a quello delle tre agenzie -pure private- che attribuiscono secondo criteri tenuti segreti il rating a nazioni e imprese di tutto il mondo. Quindi non è la gente, il popolo, che comanda: chi comanda veramente sono i soldi e le grandi corporations.

Se le corporation esercitano le loro pressioni sulle istituzioni soprattutto attraverso varie forme di corruzione, le mafie utilizzano piuttosto l'intimidazione e la cooptazione, mentre le chiese fanno leva sulla propria capacità di orientare le idee e i sentimenti delle masse. Ognuna di queste entità utilizza i punti di forza a sua disposizione ma, alla fine, il risultato è molto simile: tutte quante ottengono favori, aiuti, protezioni, commesse, complicità, privilegi, agevolazioni, guadagni e quant'altro possa portare un tornaconto per il bene della organizzazione e dei suoi appartenenti, il più delle volte a scapito però dell'interesse di tutti gli altri cittadini.

Questi poteri vengono esercitati sia nei confronti dei privati che dello Stato e Istituzioni varie ma, se nel primo caso il danno è fondamentalmente economico, nel secondo è molto più esteso, perché Stato e Istituzioni democratiche non solo -per fare un esempio- non dovrebbero impiegare le risorse raccolte con l'imposizione fiscale in opere più utili alle imprese che le realizzano (e a chi prende le tangenti, e alle mafie) che alla collettività, ma, e forse soprattutto, perché lo Stato e le Istituzioni sono tenuti a svolgere un ruolo di controllo su tutte le attività, siano esse commerciali, industriali, agricole, finanziarie, scientifiche o quant'altro, e se tale ruolo di vigilanza non viene svolto correttamente, il risultato è quello nostro attuale: troppe tasse, servizi inadeguati e garanzie insufficienti, ovvero una società ingiusta, inefficiente, nociva a sé stessa e all'ambiente, gestita da uno Stato che non assolve il proprio mandato istituzionale perchè eterodiretto da agglomerati di potere che lo manipolano a proprio uso e consumo.

Dunque, abbiamo svariati motivi per affermare che le nostre democrazie così come sono non funzionano a dovere, ma il principale è forse che non sono riuscite a evitare che si formassero -né ora riescono a controllare- proprio quelle concentrazioni di potere che sono alla base dei nostri problemi e dalle quali per definizione proprio i regimi democratici avrebbero dovuto tutelarci grazie alla sovranità popolare.

Questo si potrebbe definire come un "deficit della ragione democratica".

In estrema sintesi, possiamo forse dire che il nocciolo del nostro problema è scindibile in due parti o aspetti: il primo è costituito dalle eccessive concentrazioni di potere e dal fatto che tali concentrazioni sono controllate forse addirittura più dai meccanismi intrinseci alle organizzazioni stesse piuttosto che dalle persone che ne sono a capo ufficialmente; il secondo è la debolezza dei nostri sistemi di governo, delle nostre repubbliche democratiche, dei nostri Stati, che fondamentalmente sono alla mercè del Capitale, delle sue strutture organizzative e dei suoi fautori.

Che fare?

Ora, se le cose stanno così, ci pare che, piuttosto che combattere le Corporations o il Capitale, converrebbe concentrarsi su come rafforzare il potere effettivo dei nostri Stati, in modo da arrivare, o almeno tendere, a una situazione di maggior equilibrio: il Capitale e gli interessi privati possono ben sussistere ed essere elementi positivi delle nostre società, a patto che il potere dello Stato, della res publica, sia di almeno qualche punto superiore al loro, perchè l'interesse generale, della maggioranza, deve venire prima di quello particolare ed è quindi necessario che il primo prevalga sul secondo, ovvero abbia il potere di controllarlo e di avere concretamente l'ultima parola in tutti gli inevitabili conflitti di interesse che vengono a crearsi tra utilità pubblica e tornaconto privato.

Una soluzione potrebbe essere aumentare il Potere del nostro Stato per controbilanciare quello dei privati, di tutti i privati, di tutti gli interessi particolari, di quelli delle Corporations ma anche di quelli delle Corporazioni e dei vari Sindacati -siano essi degli imprenditori o dei dipendenti, dei commercianti e degli artigiani- e poi degli interessi delle Chiese e dei Media privati, delle Associazioni, etc etc etc, tutti interessi di parte che lo Stato deve rispettare ma che non deve mai permettere possano danneggiare quelli della maggioranza della popolazione, come oggi avviene invece troppo spesso.

Salvo che abbiamo già ampia esperienza del fatto che le istituzioni statali tendono loro per prime ad abusare del proprio potere e quindi non devono essere quelle a essere rinforzate dalla nostra azione, ma piuttosto l'altro soggetto costitutivo dello Stato di Diritto repubblicano, ovvero i cittadini: se i cittadini avessero più potere, potrebbero essi stessi ergersi a difesa dei propri interessi, sollecitando le istituzioni statali a fare ciò che in effetti sono preposte a fare: mantenere sotto controllo gli interessi particolari.

Ma come si può fare in modo che i cittadini abbiano più potere? Il Potere può assumere varie forme: le armi e i soldi danno Potere, le comunicazioni di massa danno Potere, la Cultura e la Conoscenza danno Potere, etc., ma il primo, vero Potere dei cittadini, dei popoli, delle masse, sta nella loro mente, ovvero nei loro pensieri, nelle loro idee e convinzioni, perché da esse dipendono tutti i loro comportamenti e in particolare l'assenso o il dissenso con le politiche governative e la capacità di organizzarsi, di agire unitariamente.

Il peso della opinione pubblica sulle scelte di qualunque governo para-democratico è fondamentale, senza consenso non è possibile governare se non manu militari, cioè con la forza bruta, e quella è una pratica obsoleta, rimpiazzata dal ben più efficace controllo tramite i mezzi di comunicazione, l'indottrinamento di massa, ovvero grazie alla manipolazione mediatica delle informazioni e quindi delle conoscenze e delle coscienze di grandi e piccini che vengono irretiti, plagiati dal "Grande Fratello", una "gestione" delle menti che ormai è tanto raffinata da essere diventata anche gestione delle emozioni, dei sentimenti e delle passioni, degli impulsi "spontanei" e del "libero" arbitrio, dei desideri e dei bisogni, dei sogni, delle paure, degli "ideali".

In questa situazione, diventa fondamentale quanto mai riuscire a rinforzare le conoscenze e le coscienze dei cittadini con strumenti che non potranno che includere Razionalità, Spirito Critico e Amore per la Natura perché
- senza una Razionalità serrata si scade nel misticismo e si perde contatto con la Realtà;
- senza Spirito Critico diminuisce la capacità di fare distinzioni e si finisce per accettare lo status quo o i cambiamenti in peggio;
- senza un forte senso di appartenenza a Gaia, a tutto il mondo naturale, si perde troppo facilmente la bussola nei marosi della intellettualità o grazie alle sirene della pubblicità e della disinformazione.

Solo dopo aver ripreso il controllo delle proprie menti, e quindi delle proprie vite, i cittadini potranno quindi organizzare dei forti movimenti unitari di pensiero e azione socio-politica tramite i quali influenzare le istituzioni democratiche, facendo pressioni sui legislatori, affinché operino veramente nell'interesse della maggioranza.

Ma per poter accedere a quei tre strumenti -Razionalità, Spirito Critico e Amore per la Natura- prima è necessario liberarsi di almeno gran parte della zavorra ideologica che àncora a una realtà che non esiste, impedisce di vedere come stanno le cose, di capire l'urgenza di agire razionalmente, positivamente, a favore della propria vita, della propria società, del proprio mondo, prendere finalmente atto della assurdità delle idee e delle attitudini conseguenti grazie alle quali chi ha il potere riesce a mantenerlo, ad esempio queste:

> l'attuale Gerarchia dei nostri valori fondamentali: Individuo, Società, Mondo naturale, specularmente rovesciata rispetto a quella più sensata: Mondo Naturale, Società, Umanità, Individuo; è infatti evidente che senza un mondo naturale non può sussistere alcuna società e che senza una società non possono sopravvivere né umanità né individui; tale folle rovesciamento nasce chiaramente dal pensiero religioso cristiano, che pone l'uomo -in quanto essere eletto dal suo divino creatore- al di sopra di tutte le altre creature, lo considera un semi-dio, lo autorizza e anzi lo sprona a sfruttare a suo piacimento la Natura tutta, della quale lo elegge signore incontrastabile: un pensiero palesemente distorto e fuorviante, che altera fino alle radici il rapporto naturale normale tra l'essere umano e il suo mondo, del quale egli è parte integrante con pari dignità, mentre l'idea della sua "superiorità", differenziandolo in modo sostanziale dal resto del "creato" glielo allontana facendone un estraneo in casa propria, ed è quindi un pensiero alienato e alienante, un delirio di onnipotenza frutto o di una fantasia malata o di un calcolo abominevole.
= la comprensione della illogicità di questa nostra gerarchia di valori è un punto fondamentale: si tratta infatti di una forma mentis che informa tutta la nostra vita, la nostra società e civiltà, e superarla è un primo passo imprescindibile, senza il quale non sarà possibile fare alcun altro progresso; noi non siamo migliori di una formica e neppure di una margherita, così come nessuno sosterrebbe che i cervelli sono migliori dei cuori o delle ginocchia: si tratta di parti diverse di un sistema che ha bisogno delle une e delle altre per funzionare al meglio e il fatto che il cervello sia un organo un poco più complesso del cuore non autorizza il primo a pensare di poter abusare del secondo senza correre seri rischi di estinzione;

> la Presunzione di autodeterminazione individuale, detta "Libero Arbitrio":
i comportamenti del singolo non dipendono tanto dalla sua volontà quanto dalle sue possibilità, che in larga parte non dipendono da lui, quindi non esistono colpevoli né tanto meno peccatori ma solo persone che a volte sbagliano perchè non hanno ancora capito o non sono in grado di capire cosa sia meglio fare o non sono in grado di farlo; che senso ha crocifiggerli per questo? non è evidente che dare la colpa all'individuo è solo un modo per evitare di affrontare problemi che sono molto più complessi? e, visto che sono effettivamente molto complessi, non sarebbe il caso di cominciare ad affrontarli seriamente?
= il Libero Arbitrio di Agostino d'Ippona, la Superiorità Umana sancita dalla Chiesa non esistono: il Libero Arbitrio, ovvero la capacità di determinare le nostre azioni è subordinato alle nostre possibilità, attitudini, abilità; la superiorità dell'Uomo sarà dimostrata se sapremo migliorare il mondo, non facendone scempio o se lo distruggeremo; inoltre, la Superbia di essere esseri superiori, quasi-Dei, e la Presunzione di saper produrre una nuova realtà modificando e migliorando quella che si è formata grazie alla Evoluzione, è un atteggiamento che comporta o induce uno spregio per la Natura, ovvero la Realtà, che viene mistificata e massacrata per "migliorarla" invece che compresa, vissuta, goduta, rispettata;
= Individualismo, Personalismo, Egocentrismo sono deleteri: quando si perde il senso di far parte di quel Sistema grande e meraviglioso che è la Natura, cioè Gaia e, in fondo, dell'Universo, si finisce per aver bisogno di sostituirlo con qualcosa di altrettanto importante, e allora si gonfia mentalmente la propria figura di riferimento: un partner, un eroe, oppure il proprio ego, fino a farsela apparire enorme e centrale, mentre tutto il resto e tutti gli altri scadono in secondo piano e perdono valore e senso; ma questa è una forma mentale patologica, che porta a una condizione molto difficile da risolvere: un errore di prospettiva, una visione autoreferenziale che tende ad alimentarsi della propria follia; l'individualismo nasce dall'idea dell'individuo come soggetto della Storia e quella idea viene dal concetto dell'Uomo figlio (unico o prediletto) di Dio e quindi della sua superiorità, principio simile ma ancora più limitato di quello ebraico di popolo eletto: noi, secondo il cristianesimo, siamo gli eletti, i preferiti, per cui siamo esseri superiori, i migliori, i più vicini alla divinità, anche perchè ci sarebbe stato elargito il dono dell'Anima, che non si sa cosa sia ma che ha dei caratteri in comune con la Coscienza, che pure non sappiamo bene cosa sia se non una funzione dell'insieme corpo-mente;
= dato il libero Arbitrio, ne discende che ognuno di noi è il principale responsabile delle proprie azioni e che quindi può e anzi deve ricevere un premio o una punizione a seconda della positività o negatività del proprio agire; nasce dunque così il devastante concetto di Colpa con il quale ciascuno deve fare i conti: chi sbaglia e fa danni viene considerato individualmente responsabile/colpevole di quanto ha fatto e quindi tenuto in solido per la rifusione dei danni ovvero l'espiazione della pena istituzionalmente prevista a seconda del misfatto; a chi invece agisce "bene" va tutto il merito. Questa concezione degli individui come "monadi" autonome e indipendenti che agiscono come più gli aggrada "a prescindere" è fonte di altre distorsioni del modello del mondo, distorsioni che vanno dalla deresponsabilizzazione del Sistema alla mancata comprensione dei reali meccanismi che sottendono i comportamenti dei singoli e delle masse, al mancato intervento risolutivo, migliorativo o di riduzione del danno, possibile solo se si ipotizza che il comportamento "sbagliato" o socialmente dannoso abbia una origine patologica involontaria e non raziocinante volontaria.

> credere nella conciliabilità di Fede e Ragione, che invece sono inconciliabili perché incompatibili e quindi finiscono per annullarsi a vicenda:
= la Fede, ogni Fede, è la blindatura nella propria mente di un concetto arbitrario e costituisce quindi la negazione sia della Ragione che del Sentimento. Quindi, la (pretesa) conciliabilità di Fede e Ragione è falsa e fuorviante perchè si tratta di due opposti irriducibili, che dunque non possono assolutamente convivere: il minimo cedimento al misticismo può minare la più solida costruzione logica perché l'irrazionalità tende a diffondersi:  il germe patogeno della irrazionalità potrebbe essere costituito da una configurazione neuronica "sbagliata" (ad es isolata, non relazionata alle altre) ovvero diversa da quella/e che caratterizzano la razionalità, e diffondersi per "simpatia" similmente al contagio dei prioni. Infine, credere nell'esistenza di realtà favolistiche distorce inevitabilmente la visione della Realtà materiale e distrae da essa energie significative, senza le quali diventa difficile operarvi efficacemente.
= Sia chiaro che una cosa è la Fede e un'altra è la Fiducia: mentre la prima è cieca per definizione e comporta una sospensione delle attività raziocinanti, la seconda, pur potendo avere una componente emotiva, è basata sulla ragione e sul buon senso che deriva dalla elaborazione razionale delle esperienze passate e delle conoscenze altrimenti accumulate.
= Sia chiaro anche che la razionalità umana non è mai totale, assoluta, perfetta, altrimenti saremmo macchine, computer, e invece siamo fatti di carne e la carne segue altri percorsi, ha altre modalità di funzionamento e deve ammettere anche le emozioni nella gestione della propria sussistenza e della propria ragionevolezza, accettare una certa dose di instabilità e di incertezza: meglio sapere di non sapere che credere di sapere; richiede una buona dose di modestia, ma è molto più ragionevole, e spesso anche più efficace;

> l'esistenza del Male: esistono solo Ignoranza e Idiozia, non il Male:
= il Male, la Colpa, il Peccato, il Diavolo, l'Inferno, non esistono proprio, sono invenzioni utili solo a intimidire e a tenere assoggettate le masse, sono trappoloni nei quali molti, troppi, cascano come pere;

> l'esistenza dell'Aldilà, della Vita Eterna:
= dell'esistenza dell'Aldilà e della Vita Eterna non abbiamo alcuna prova, è quindi molto plausibile che siano solo realtà favolistiche inventate per irretire le menti più semplici, manipolarle e acquistare autorità assumendo il ruolo degli intermediari, dei traghettatori, degli esperti, dei patrocinatori; la Morte, da evento naturale e inevitabile, da momento finale della vita viene così trasformata in spauracchio, una maledizione che potrà essere affrontata e superata solo con l'aiuto del prete e della Chiesa;
= inevitabilmente, nella misura in cui viene dato un peso all'aldilà, lo stesso peso viene tolto seppure inconsciamente all'aldiqua: questa, che è l'unica vita esistente che ci risulta, viene così ridotta ad anticamera della "vera" vita, di quella più bella, importante e durevole, quella favolistica nei cieli, "accanto a Dio", naturalmente se e solo se ci si è sottomessi ai precetti della Chiesa e del suo clero.

> agire per Dovere invece che per Passione e Istinto, ovvero per Interesse personale, nel quale naturalmente dovrebbe rientrare anche quello della propria società:

= i Moralismi sono sempre, tutti deleteri; fare le cose per Dovere è terribile, faticoso e controproducente: ognuno dovrebbe fare ciò che desidera, lavorare è una gioia se si fa qualcosa con passione, se ci si sente parte di un Sistema positivo e non succubi di uno distruttivo; solo questa consapevolezza può dare la voglia e l'energia di fare e di fare bene per un interesse che è il proprio e nel contempo lo trascende, per un obiettivo terreno ma non individualistico, anche perché, evidentemente, noi e la nostra famiglia non possiamo essere autosufficienti, avremo sempre bisogno del resto del mondo, della società, degli altri per vivere e dunque, fare l'interesse del mondo e della società è il vero interesse di ognuno di noi, e chi non lo capisce non va punito perché sbaglia: o è stupido o è stato mal indirizzato, e dunque va semplicemente aiutato a capire oppure, se è fisiologicamente incapace a farlo, va curato se possibile e se no va isolato o abbandonato al proprio destino, magari su un'isola insieme a suoi simili, dandogli così almeno un'occasione di essere sé stesso e di mettere a confronto la propria condizione con quella dei suoi compagni di sventura;

> credere nella Creazione invece di informarsi, studiare, capire l'Evoluzione, ovvero rinunciare a capire il proprio mondo con la propria testa:
= per quanto possa risultare incredibile, ancor'oggi molti cittadini occidentali credono nella creazione, o quantomeno hanno della evoluzione un'idea molto confusa, e questo è un pezzo di spiegazione del mondo in cui viviamo senza il quale è poi difficile riuscire a vivere con i piedi per terra invece che nelle nuvole; a questa condizione hanno naturalmente contribuito e tuttora contribuiscono schiere di cristiani fondamentalisti impegnati a diffondere l'idea del creazionismo, benché da tempo non più considerata scientificamente accettabile;

> vivere di Ideali invece che di Realtà, che è come vivere sempre 'stonati':
= tutti gli idealismi, le teorizzazioni astratte, vanno ridimensionati e riportati a terra:
- i Diritti Umani, oltre a costituire una forma di razzismo -meglio sarebbe pensarli Diritti Animali- esistono solo sulla carta, ovvero sono teorie, fantasie, illusioni, wishful thinking;
- la Libertà deve necessariamente essere relativa, altrimenti si chiama caos;
- il Liberismo favorisce i più forti e i più furbi, che però poi di solito fanno casini;
- il Volontariato svilisce lo Stato latitante e rinforza la Chiesa militante;
- il Pacifismo non-violento è malfondato: la Pace è l'effetto di un disfare (eliminare le ragioni del conflitto) piuttosto che di un non-fare;
- il Riformismo può migliorare le cose un poco e per poco ma non cambiarle veramente, e storicamente è stata ormai definitivamente dimostrata la sua inefficacia;
- il Progressismo manca di obiettivi concreti, senza i quali finisce per essere solo un sogno o uno slogan;
- il Globalismo serve soprattutto alla economia di mercato;
- il Multiculturalismo è la nuova Torre di Babele: lo scambio culturale e la convivenza delle culture sono utili e necessari, ma non devono minare la solidità e l'unità della cultura di un popolo, e forse nemmeno quella di una regione; i leghisti sbagliano quasi su tutto, ma non sull'idea del diritto a mantenere la propria specificità culturale;
-- tutti questi sono gli espedienti, i trucchi, di un Potere o dell'altro, che servono solo a distrarre, a illudere, a depistare, a ingannare;

> credere all'esistenza di Assoluti invece di vivere la Relatività,
ovvero calcolare le probabilità di ogni evento invece di escluderlo o darlo per certo:
= in questo nostro mondo, di assoluti (tutti gli Assoluti: il Bene, il Male, la Verità, ...)  non ne esistono e quindi nemmeno di certezze, forse nemmeno questa; non esistono né il bianco né il nero totali ma solo infinite gradazioni di grigio; l'introduzione degli assoluti porta a pensare in quei termini invece che in quelli di gradualità e di relatività, cioè in termini realistici, perché è così che funziona la realtà e non per assoluti, come pure è evidente;

> seguire una Ideologia invece di avere delle Idee, cioè seguire le parole d'ordine altrui invece che i propri ragionamenti:
= tutte le ideologie di parte (Femminismo, Razzismo, Sionismo, Nazionalismo, Partitismo..) dividono l'umanità e quindi la indeboliscono mettendola contro sé stessa o contro il resto del mondo naturale, e questo non è assennato: il primo ideale che l'umanità può e deve ragionevolmente riproporsi è quello della propria sopravvivenza, che è possibile e ha senso solo in una condizione di armonia con il resto del mondo naturale;

> pensare a da dove veniamo (?) e dove andiamo (post mortem) invece di occuparci di dove siamo e verso cosa stiamo andando qui-ora:
= questo si chiama mettere la Metafisica al posto della Fisica e della Storia, una operazione di depistaggio che continua ad avere un certo successo, malauguratamente;

> non combattere la Menzogna e l'Ipocrisia come vere e proprie pestilenze ma lasciarle allignare:
= Il valore della Ipocrisia e della Menzogna è generalmente negativo, non positivo, e chi sostiene il contrario o ci fa o ci è: la guerra all'irreale parte dalle piccole manipolazioni;

> trascurare la visione sistemica delle cose, concentrandosi solo sui singoli elementi
= un aspetto che può apparire marginale ma che in realtà porta a una visione e a una gestione distorte della realtà:

> non combattere la tendenza al misticismo, lasciarlo crescere, attecchire, prendere piede;
= Bertrand Russel ha opportunamente sottolineato questo errore in Misticismo e Logica, un saggio nel quale evidenzia i pericoli della componente irrazionale;

> avere Paura di morire invece che di non vivere:
= tutte le Paure (Morte, Malattia, Solitudine, Pazzia, Povertà) sono nemiche di ogni fare, di ogni cambiamento; esse sgomentano, e quindi immobilizzano, incapacitano; non a caso la Chiesa continua a ricordarci la Morte: se uno continua a ripetersi che deve morire dove trova più il coraggio di agire, di vivere? Invece che di morire bisogna aver paura di non vivere: questo è il rischio maggiore che ogni individuo corre vivendo;

> il valore assoluto dei libri e della lettura: leggere cose intelligenti fa bene, leggere cose stupide o assurde fa male:
= La generica positività della Parola, della Memoria e della "Lucidità" è una balla: si tratta solo di strumenti, e in quanto tali possono essere utilizzati sia in modo costruttivo che distruttivo.


Noi pensiamo che se ci fosse un numero significativo di persone libere da questi pregiudizi, menzogne, assurdità e dunque così emancipate mentalmente, ideologicamente, culturalmente, queste persone potrebbero iniziare ad investire tempo ed energie in un progetto sociale, organizzando incontri regolari per individuare proposte di legge da presentare al Parlamento (o ad un ente amministrativo locale come la Regione) quali Disegni di Legge di Iniziativa Popolare, a norma dell’articolo 71, secondo comma, della Costituzione e degli articoli 48 e 49 della legge 25 maggio 1970, n. 352.

Naturalmente, il peso di queste proposte sarà proporzionale al numero di persone che le sottoscriveranno, ed è quindi fondamentale creare una massa critica sufficiente a ottenere quel riscontro mediatico che potrebbe amplificare il merito dei disegni di legge presentati, in modo tale da determinare una spinta importante nei confronti degli organi decisionali.

Siamo insomma convinti che l'unico modo per uscire da questa Impasse della Ragione Occidentale sia smettere di contare sulle avanguardie e puntare a investire i cittadini delle loro responsabilità verso sé stessi, verso le loro società e verso il loro (nostro) mondo naturale, siamo convinti che sia possibile farlo e che questa sia l'ultima occasione storica per farlo: o si cambiano gli equilibri di potere o il disastro pare veramente inevitabile.

In ordine a promuovere questa emancipazione dalle idee che ci mantengono in questo tragico asservimento mentale e sociale, promuoviamo i "Percorsi di Ecologia della Mente", ovvero una breve serie di incontri nel corso dei quali un conduttore fornisce a un certo numero di persone nozioni utili a liberarsi dalle idee-prigione mettendole così in una condizione più favorevole per affrontare la contingenza assumendosi la responsabilità di contribuire coscientemente al cambiamento sociale.

Il progetto "Ecologia della Mente" è anche presente su Internet all'indirizzo:
www.ecologiadellamente.altervista.org

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